Con i suoi circa 7 chilometri quadrati il Lago del Salto è uno dei maggiori bacini artificiali dell'Italia centrale. Insieme a quello del Turano, suo "gemello" più piccolo da cui riceve le acque attraverso una lunga galleria, costituisce una sorta di unico grande serbatoio della capacità di 430 milioni di metri cubi (430 miliardi di litri) che alimenta la centrale idroelettrica di Cotilia, posta nella valle del Velino fra Rieti e Antrodoco.
Formato per sbarramento dell'omonimo fiume, affluente di sinistra del Velino, il lago del Salto è il più vasto tra i bacini artificiali del Lazio. Assieme a quelle del lago del Turano – anche questo dovuto a una diga, costruita nei pressi di Posticciola – le sue acque alimentano la centrale idroelettrica di Cotilia, nella piana di San Vittorino. La sua storia, iniziata nel 1940, ha segnato profondamente le vicende recenti di quest'angolo di reatino.
I campi non ci sono più. A guardare una foto d'epoca se ne contano gli appezzamenti adagiati sul fondovalle, gli uni accostati agli altri e una siepe o un filare di alberi a segnarne i confini. Erano i terreni migliori, come ricorda la nostalgia degli anziani, tra i pochi pianeggianti in queste montagne aspre. Dopo la costruzione della grande diga, nel secolo scorso, l'acqua del lago li ha cancellati assieme ai paesi le cui mura – quando il livello dell'acqua è basso – riemergono qua e là a rimestare nei ricordi.
A 535 metri di quota sul livello del mare, il lago del Salto è lungo circa dieci chilometri e largo uno. Sinuose e ricche d'insenature anche profonde – quasi piccoli fiordi – le sue sponde sono assai differenti sui due versanti: ombrose e ammantate di boschi di querce e castagni su quello sud-occidentale, meglio esposte e con piccoli centri abitati e coltivi sul fronte opposto. Lo specchio d'acqua è oggi luogo ideale per numerose attività all'aria aperta, dalla pesca sportiva e regolamentata al wakeboard (simile allo sci nautico, si pratica con una tavola in materiale leggero).
Carpe, tinche, barbi. E poi cavedani, alborelle, coregoni: e pure esotici pesci siluro, persici e carpe Amur. Quella ittica è naturalmente la ricchezza faunistica più citata, per l'ambiente del lago. Ma la posizione del bacino, a metà strada tra le due importanti Riserve: la Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia e la Riserva Naturale Montagne della Duchessa , assicura una generale presenza di biodiversità non trascurabile. Cinghiali, volpi, tassi sono tra i mammiferi presenti, assieme a numerose specie di anfibi, rettili e uccelli e all'assortita comunità degli invertebrati.