Giulianello: tre nomi, tre storie
Julianus, Giuliano, Giulianello. Tre nomi che ben rappresentano i momenti di una storia molto grande, chiusa in un cuore molto piccolo. In un angolo del Lazio centrale, quando la natura era ancora selvaggia genti italiche di stirpe Volsca si insediarono su un colle non proprio altissimo ma che offriva la vista di un piccolo lago vulcanico. Prima di scomparire, questi misteriosi avventurieri si lasciarono dietro frammenti della vita quotidiana: pezzi di vasi decorati e oliere, segni di una civiltà che aveva messo radici. Non furono i primi ad abitarvi ma di certo i Romani furono i primi a dare un nome alle terre intorno al lago: Fundus Julianus, un modo abbreviato per dire Fundus Familiae Juliae, cioè «fondo di proprietà della famiglia Giulia». La famiglia di cui si parla non è nientemeno che quella di Giulio Cesare la quale, nel I a.C., godette del momento di massimo splendore. Il fondo fu abbandonato dopo il crollo dell’impero d’occidente e le famiglie che avevano trovato nella proprietà una dimora stabile si trovarono all’improvviso sparse per le campagne. Invece di andare sui monti, come molti dei loro compagni, alcuni girovaghi si sistemarono proprio sul colle dove oggi sorge Giulianello. Costruirono un centro fortificato, chiamato castrum, e formarono una società. Queste persone non avevano più un padrone ma erano libere di cercare la propria identità. Così scelsero un nome al posto dove abitavano che da colle diventò paese quando fu chiamato Giuliano. Nel XVI sec. la famiglia nobile dei Salviati, costruì un palazzo al posto del castrum e una chiesa poco lontano, dedicata a S. Giuliano. I signori diedero al feudo strutture necessarie all’economia, prevalentemente agricola, del feudo: cantine, magazzini, granai, e stalle. Il tutto fu posto sotto l’abbraccio di mura fortificate. La destituzione del regime feudale (1816) fu un momento cruciale. Giuliano entrò a far parte della provincia di Frosinone, sotto l’amministrazione del distretto di Valmontone. Quindi, nel 1870, si ebbe il trasferimento nella provincia di Latina nella forma di frazione del comune Cori. In quest’occasione il paese cambiò nome per la terza volta a causa dell’omonimia con Giuliano di Roma e diventò quello che conosciamo tutti: Giulianello. Nel 1892 fu costruita una stazione e un casello ferroviario, tappa della linea Velletri-Terracina (soppressa nel 1957) che attraversava i centri principali dei Lepini. Nei primi anni del ‘900 ancora una famiglia nobiliare, gli Sbardella, prese dimora nel palazzo prima come affittuaria, poi come proprietaria effettiva del paese. Ulteriori opere ci furono tra la prima e la seconda guerra mondiale: la luce elettrica cominciò a illuminare Giulianello nel 1923; poco dopo, nel 1927, prese avvio la produzione di tabacco nei campi. Nel 1932 arrivò l’acqua potabile, avvenimento che si fece coincidere con l’inaugurazione del monumento ai caduti, oggi in Piazza Umberto I, realizzato per la maggior parte col contributo dei combattenti reduci della grande guerra.