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La riserva naturale Nazzano Tevere-Farfa si estende su 705 ettari lungo il tratto di fiume che va dal ponte di Montorso sulla via Tiberina fino alla centrale idroelettrica di Nazzano . L'ambiente di maggior interesse è il cosiddetto lago di Nazzano, un bacino di circa 300 ettari a carattere prevalentemente paludoso in corrispondenza della confluenza dell'affluente Farfa. Le aree agricole del piano di Nazzano e di Torrita Tiberina , fasce collinari a querceti misti, pareti di arenaria causate dall'erosione fluviale – caratteristica la Ripa Bianca – assieme a canali di scolo, canneti e a splendidi lembi di bosco allagato sono tra gli altri ambienti di questa piccola preziosa oasi.
A patto di evitare rumori eccessivi e movimenti bruschi, e scegliendo di preferenza le prime o le ultime ore del giorno, dalle apposite feritoie si può osservare di tutto: i voli in stormi delle anatre e i tuffi acrobatici del martin pescatore, gli eleganti cavalieri d'Italia che "scandagliano" il fondo melmoso alla ricerca di cibo o la planata solenne dell'airone bianco maggiore.
Ma il settore più interessante si trova dalla parte opposta e per visitarlo si segue sempre la riva destra ma verso sud (alla fine della discesa iniziale, provenendo dal parcheggio, svoltare a destra). Qui un magnifico percorso pedonale su traversine in legno – in via di rifacimento – consente l'attraversamento di un tratto di bosco ripariale, talvolta invaso dalle acque del fiume e frequentato da alzavole e porciglioni, ma anche volpi e nutrie. E' qui che rane e tritoni fanno capolino tra i tappeti di lenticchia d'acqua, e i pendolini tessono il caratteristico nido a forma di fiasco sui rami dei salici. Il percorso, che conduce ad alcuni appartati osservatori in legno e cannuccia alcuni dei quali sopraelevati, va effettuato con calma per coglierne i tanti spunti di osservazione: è tra i più belli mai realizzati in Italia!
Anche se visitabili con minor facilità, sono i boschi che rivestono i rilievi collinari fiancheggianti la valle fluviale a garantire un buon equilibrio ambientale all'area. Li compongono cerri, roverelle e farnie, misti ad aceri e pioppi bianchi o neri, fino al confine della riserva rappresentato dalla via Tiberina e anche oltre. Talvolta, dove l'esposizione è a mezzogiorno come nei pressi della falesia di arenaria della Ripa Bianca, s'insedia una vegetazione tipicamente mediterranea composta da leccio, arbusti di macchia e i ciuffi legnosi della ginestra. Trovano rifugio qui durante il giorno animali come il cinghiale, il tasso, la volpe, l'istrice, che nelle ore notturne escono alla ricerca di cibo avvicinandosi alle sponde e ai campi coltivati, estesi in particolare tra le anse fluviali. Quanto all'avifauna, picchi e rigogoli non sono facili da osservare ma la loro presenza è accertata, come pure di diverse specie di rapaci tra cui il nibbio bruno, il gheppio, il falco pellegrino, il lodolaio.
La visita alla riserva andrebbe completata visitando anche la riva sinistra, senza tralasciare l'opportunità della navigazione fluviale, offerta da gite in battello elettrico organizzate periodicamente: per informazioni e prenotazioni contattare gli uffici della riserva.
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