Nel cuore del Parco, a 833 metri di quota, lungo la Valle del Simbrivio, sorge l’abitato di Vallepietra. Il suo territorio è limitato dal Monte Tarino (1959 m), dall’Autore (1853 m) e da
Campitello fino a raggiungere, in località Fontana della Signora, il confine di Camerata
Nuova. Lasciando Jenne, la strada si immerge in una valle dominata dalle montagne e circondata da ripetuti tratti di terreno pianeggiante. In mezzo il lento scorrere delle limpide
acque del Simbrivio. Così, dopo circa 12 chilometri, si arriva a Vallepietra, con il suo agglomerato di tetti dominato dalla caratteristica torre merlata a pianta quadrata, divenuta
il simbolo stesso del paese. L’abitato, al quale si accede attraverso Porta del Sole e Porta
Napoletana, è costruito sopra uno sperone: la sua parte più antica è addossata al castello ed
alla chiesa parrocchiale, mentre quella più recente si sviluppa in contrada S. Angelo, lungo la strada che conduce al Santuario della SS. Trinità. Il nome di Vallepietra appare per la prima
volta nell’atto con il quale papa Niccolò II, durante il suo pontificato (1059-1061), sopprimeva
l’antica diocesi di Trevi, per unire lo stesso centro ed i paesi che da esso dipendevano (Vallepietra, Filettino, Jenne e Collealto) alla diocesi di Anagni. Successivamente Vallepietra è citata in tutti i documenti in cui si narra dei tentativi effettuati dai trebani per ottenere il ristabilimento della diocesi. Vertenza che si chiuse nel 1227, quando Gregorio IX autorizzò l’abate della chiesa di S. Teodoro, già cattedrale di Trevi, a trattenere la quarta parte delle decime delle chiese di Vallepietra. Dal 1297 al 1670 la storia di Vallepietra è legata alla famiglia Caetani, di cui oggi rimane memoria nei resti dell’antico Castello e nella Torre merlata, che svetta alta sulla valle. Con il loro tramonto, il feudo di Vallepietra passa di mano in mano: nel 1670 va al marchese Tiberio Astalli, viene acquistato nel 1767 dal conte Giuseppe Campagnoli Marefoschi, finisce per undicimila scudi ai marchesi Troili nel XIX secolo. Con l’istituzione della Repubblica Romana i diritti di baronìa si indeboliscono notevolmente, finendo per cessare del tutto negli anni successivi. Oggi il nome di Vallepietra è legato a quello del suo Santuario, dedicato alla SS. Trinità. Posto a 1300 metri di altitudine, alle falde del Colle della Tagliata, è meta di migliaia di pellegrini durante l’estate. Il culmine si ha nei giorni di celebrazione della festa a giugno, la domenica dopo la Pentecoste. In questa occasione le numerose “compagnie” della Valle dell’Aniene, alle prime luci dell’alba del sabato, partendo dai paesi d’origine, intraprendono il lungo cammino che dovrà portarle a venerare l’immagine della Trinità, posta all’interno di una grotta. Un culto antico e fortemente sentito, che si conclude la domenica con il tradizionale “Pianto delle Zitelle”, racconto della Passione di Cristo, eseguito da un gruppo di ragazze di Vallepietra.