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Vita e lavoro dell'albero

Località Le Zitelle
00020 Camerata Nuova (RM) | Localizza sulla mappa
Comune: Camerata Nuova

Tel. 0774/827221 (ufficio comunicazione e educazione) - Fax 0774/827183
E-mail: promozione.sviluppo@simbruini.it

Fin dai tempi più antichi il lavoro nei boschi ha interessato le popolazioni dell'Appennino. Il legname ha infatti sempre rappresentato un punto di riferimento importante per l'economia locale. Nel territorio del Parco, i grandi boschi di faggio hanno sempre costituito una ricchezza naturale in grado di fornire legno di ottima qualità e legna da ardere per uso domestico. Negli ultimi decenni, solo poche persone hanno deciso di intraprendere questo mestiere più per passione che per riscontro economico. Da sempre uno dei mestieri più diffusi nelle zone montane è stato quello del boscaiolo. Spesso si tramandava di generazione in generazione e coinvolgeva famiglie intere. Le persone più esperte, grazie alla professionalità acquisita negli anni, erano addette all'abbattimento della pianta, mentre i più giovani si occupavano di tutte le altre mansioni. In questo modo veniva reperito legname da opera, ma soprattutto legna da ardere, unica fonte di combustibile, indispensabile in quegli anni per superare la rigidità degli inverni. Il mestiere del carbonaio trae le sue origini dal bisogno di produrre un materiale che, rispetto alla legna, abbia il vantaggio di essere più facilmente trasportabile e di sviluppare un potere energetico maggiore.

Necessariamente legata ai mestieri precedenti è la figura del mulattiere, anello di congiunzione tra boscaioli-carbonai e popolazioni locali. Con lunghe carovane di muli, si occupava del trasporto di legna e carbone, dal bosco fino ai paesi e in tempi più moderni, fino ai piazzali, dove il carico viene disposto sui camion.
Per tutto il giorno, il mulattiere capeggiava a piedi la fila, accompagnandola fino a destinazione; scaricava gli animali dalla soma e ripartiva verso il bosco a dorso di mulo. La strada era spesso sempre la stessa e si formavano, così, dei piccoli sentieri detti appunto "mulattiere".
Tra tutti i mestieri quello dell'arcaro è sicuramente il più caratteristico. L'arca è una sorta di bauletto con coperchio ricurvo che in passato si trovava in tutte le case di campagna e veniva utilizzata per riporre svariate cose tra cui il pane, la pasta fatta in casa, i vestiti, la farina, ecc. Veniva costruita con legno di Faggio; l'arcaro in persona sceglieva con cura l'albero da abbattere, che doveva essere di ottima qualità e privo di nodi. Una delle caratteristiche dell'arca è quella di essere realizzata esclusivamente ad incastro, senza l'utilizzo di chiodi o viti di ferro in modo da poter essere montata e smontata con facilità e trasportata senza eccessivo ingombro. Le tecniche di lavorazione venivano tramandate di padre in figlio creando così una vera e propria tradizione familiare. Nei decenni successivi al secondo dopoguerra, l'antico mestiere dell'arcaro è andato lentamente estinguendosi lasciando come unica testimonianza solo qualche anziano che in gioventù aveva appreso le tecniche di costruzione delle arche. E' proprio a loro che bisogna rifarsi se non si vuole che vada smarrita per sempre una parte della tradizione locale le cui origini si perdono nella notte dei tempi.

Per informazioni contattare l'ufficio comunicazione del Parco dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.30: 0774/827221 - promozione.sviluppo@simbruini.it

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