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21 Maggio 2024

L’IMPEGNO DELL’ENTE PARCO PER LA VALORIZZAZIONE DEGLI ANTICHI CIPPI DI CONFINE

L'Ente Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi è da tempo impegnato, nell'ambito del suo vasto comprensorio territoriale, in un'azione di promozione dei Cippi
che segnavano il confine tra lo Stato pontificio e il Regno borbonico.
L'importanza strategica del suo ruolo-guida, indispensabile per coordinare gli interventi e rendere più efficace la preziosa collaborazione delle associazioni locali

Si è svolta sabato 18 maggio, con il patrocinio e l’attiva partecipazione dell’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi e del Comune di Falvaterra, la manifestazione “La Via dei Cippi nelle Terre di Confine”, organizzata dall’Associazione culturale Ecomuseo Argil, in collaborazione con l’Associazione ASD Svalvolati Into the Wild e l’Associazione culturale Fabrateria, e con il patrocinio dei Comuni di Arce, Castro dei Volsci, San Giovanni Incarico e Pastena. Una escursione guidata agli antichi Cippi di confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico posizionati nel territorio del Comune di Falvaterra: un’iniziativa – altre ce ne sono state già nei mesi scorsi – volta a promuovere la conoscenza dei Cippi ma anche, più in generale, la conoscenza della storia, delle tradizioni e delle peculiarità del piccolo Comune ricadente nella Riserva Naturale Regionale Antiche Città di Fregellae, Fabrateria Nova e Lago di San Giovanni Incarico.

All’evento, che ha riscosso un notevole successo di pubblico e la presenza di Antonio Farinelli autore del libro “Testimoni di pietra”, ha partecipato, tra gli altri, il Direttore dell’Ente Parco Lucio De Filippis, che nel suo intervento, oltre a portare il saluto del Commissario straordinario Giuseppe Incocciati, ha da un lato sottolineato l’importanza che l’Ente Parco annette alle azioni dei singoli Comuni finalizzate a favorire la realizzazione sul proprio territorio di percorsi sentieristici anche lungo la linea dei Cippi e, dall’altro, ha ribadito l’opportunità che tali azioni trovino il necessario coordinamento sotto l’egida e la supervisione dell’Ente Parco, che da tempo ha aderito a un progetto interregionale mirante a collegare i cippi in un’unica rete con un percorso che, ininterrottamente, partendo dalle coste del Mare Tirreno giunga fino a quelle del Mare Adriatico.

Proprio alla luce dell’impegno con cui l’Ente Parco già svolge quest’opera di coordinamento nell’ambito dei Comuni di propria competenza merita qualche riflessione il progetto, fatto circolare in queste ultime settimane, di istituire, in materia di cippi, un’ulteriore e diversa “cabina di regia”.

 

“Ogni contributo di idee e di azioni concrete teso alla costruzione di un “itinerario dei cippi” – osserva il Direttore dell’Ente Parco – non può che essere salutato con favore. Si tratta infatti di cooperare solidalmente – attori pubblici e privati – per creare le condizioni per lo sviluppo di un turismo lento in grado di aprire nuove prospettive all’economia dei Comuni del nostro territorio. Sono almeno due, tuttavia, i motivi che inducono a dubitare dell’utilità e dell’efficacia di una nuova “cabina di regia”.

Il primo è che non v’è motivo di modificare un coordinamento già esistente, quello creato e assicurato dall’Ente Parco, che oggi consente di operare in modo omogeneo e organico su un’area ben più vasta di quella ipotizzabile per qualsiasi altra “cabina di regia” guidata da un altro soggetto. Si tratta, infatti, di un’area al cui interno risultano installati ben 314 cippi, circa la metà del loro numero complessivo: nei Comuni della provincia di Latina (Fondi, Terracina, Monte San Biagio, Lenola e Sonnino) se ne contano 134; un numero superiore, 180, è invece quello dei cippi presenti nel territorio di Comuni appartenenti alla provincia di Frosinone (Pastena, Vallecorsa, Amaseno, Falvaterra, San Giovanni Incarico, Castro dei Volsci, Arce e Ceprano). Questo dato di fatto consente all’Ente Parco e a esso soltanto la possibilità di programmare e modulare gli interventi nelle singole realtà raccordandoli entro un quadro di riferimento assai ampio e di esercitare al contempo – il che sarà molto importante nella previsione di progetti futuri – un controllo articolato ed efficace sulle varie dinamiche innescate dalle opere di volta in volta realizzate, proprio in virtù della estensione del suo spettro di osservazione e di analisi”.

 

Non a caso l’Associazione “Cippi Antichi Confini” e il Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga hanno presentato, già nell’aprile 2019, un progetto che prende in considerazione, su scala interregionale, l’intero continuum dei cippi dal Tirreno all’Adriatico, dal n. 1 al n. 649: ciò nella consapevolezza che tanto più si riuscirà a valorizzare un futuro percorso dei cippi quanto più il disegno sarà inclusivo e quanto più si terrà conto di un ampio quadro generale. Si tratta di un progetto estremamente ambizioso, per il quale si renderà necessario mobilitare e sensibilizzare tutti gli stake holders perché lavorino alla promozione di un tavolo di concertazione tra l’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi, l’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, le Regioni Lazio, Abruzzo, Marche e il CAI. Ma nulla impedisce che un tale progetto possa essere realizzato in più fasi successive. Ed è per questo che l’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi ha dato a esso la sua convinta adesione.

Occorrerà procedere per gradi, ma guidati da una prospettiva generale. In questo senso si muove ad esempio la proposta, formulata dall’associazione “Le Colline di Santo Stefano” di Terracina, di cooperare, in un’ottica interprovinciale, all’idea di costituire un nuovo Cammino che ripercorra il tratto laziale dell’antico confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico, con il coinvolgimento dell’area sud della provincia di Latina e della provincia di Frosinone. Un avvio in questa direzione c’è già stato, il 28 febbraio 2021, con l’inaugurazione di un primo tratto intercomunale Terracina-Monte San Biagio-Sonnino del “Cammino dell’antico confine Stato Pontificio-Regno Borbonico” e con un simbolico scambio di doni tra le associazioni locali che hanno collaborato all’iniziativa.

 

“Il secondo motivo di perplessità circa la candidatura di altri Enti a svolgere un ruolo-guida in questo particolare ambito – rileva ulteriormente il Direttore dott. De Filippis – attiene alla dislocazione dei cippi. La gran parte di essi è collocata in aree collinari accessibili soltanto a piedi percorrendo sentieri che oggi sono frequentati quasi esclusivamente dagli escursionisti e dagli appassionati di trekking. Un dato che fa capire che separare il discorso sui cippi da quello sui sentieri è praticamente impossibile. Qualsiasi intervento volto alla valorizzazione dei cippi, infatti, non può prescindere dalla manutenzione, dalla cura e dal potenziamento dei sentieri lungo i quali o in prossimità dei quali oggi essi sono posizionati. E la sentieristica è, elettivamente, materia di competenza degli Enti Parco. È l’Ente Parco, infatti, che interviene direttamente nella gestione dei sentieri delle aree naturali protette, ed è con l’Ente Parco  e sotto la sua supervisione – che collaborano alla cura dei sentieri le numerose e meritorie associazioni naturalistiche e storico-culturali del nostro territorio.

Del resto, fermo restando l’indiscutibile valore e interesse storico-documentario dei cippi, non è difficile credere che ciò che spinge e potrà spingere sempre più i visitatori a percorrere il “Cammino dei Cippi” sarà primariamente e in modo determinante la suggestione di una passeggiata nei boschi o di una escursione in collina. In altri termini, ridisegnare percorsi sul tracciato degli antichi cippi avrà un concreto valore promozionale e funzionerà solo nella misura in cui ad attrarre i turisti saranno anche e soprattutto la bellezza del paesaggio, l’amenità dei luoghi e la possibilità di immergersi in tutta tranquillità e sicurezza nella natura grazie appunto ai sentieri già esistenti o a quelli che si riterrà di dover realizzare”.

 

Esemplifica bene la stretta interrelazione tra cippi e sentieri la rete sentieristica denominata “L’Imprendibile banda Gasperone. Paesaggi nella storia”, inaugurata nel 2021 dall’Associazione “Brigante Antonio Gasbarrone “di Sonnino e realizzata in collaborazione con l’Ente Parco Monti Ausoni e Lago di Fondi: la rete, che comprende ben 10 Sentieri, ingloba al suo interno, appunto, anche un “Percorso dei cippi”. Analogamente, l’Ente Parco Monti Ausoni è intervenuto in località Acquaviva nel territorio a cavallo di tre Comuni, Fondi Lenola e Vallecorsa, con la realizzazione di un sentiero e la creazione di un’area attrezzata pic-nic proprio là dove si possono ammirare alcuni dei cippi dell’antica linea di confine. E, ancora, non è un caso che il riposizionamento di due cippi del confine pontificio-borbonico, il n. 10 e il n. 14, sia avvenuto con la collaborazione di due associazioni naturalistiche che hanno un assiduo rapporto di sinergia con l’Ente Parco, “Le colline di Santo Stefano” e “Svalvolati Into the Wild” di Terracina.

Tutto ciò dimostra che l’obiettivo di una adeguata valorizzazione dei cippi è già da tempo al centro dell’agenda dell’Ente Parco e che è con l’Ente Parco che già si coordinano e cooperano le associazioni naturalistiche del nostro territorio impegnate nel perseguimento del medesimo obiettivo. Da ultimo, l’interesse dell’Ente per questo specifico tema, è attestata dal fatto che la valorizzazione dei cippi è parte integrante dell’organica e articolata serie di interventi di recupero, sistemazione e qualificazione della rete sentieristica ed escursionistica delle aree naturali protette. Al riguardo, proprio la settimana scorsa, l’Ente Parco ha approvato il Progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE), denominato “Recupero, sistemazione e valorizzazione della rete escursionistica e sentieristica delle aree naturali protette gestite dall’Ente Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi” (lotto funzionale - 1° stralcio), realizzato in attuazione del progetto “I sentieri della natura – In cammino nelle aree protette del Lazio”’ avviato dalla Regione Lazio con D.G.R. n. 839/2022. Tutto ciò in perfetta coerenza con l’esplicita formalizzazione, nel documento progettuale, della volontà dell’Ente Parco di interagire fattivamente con il già citato progetto “Confini Antichi Cippi” promosso dall’Associazione omonima e dall’Ente Parco Gran Sasso-Monti della Laga.

 

“In sintesi – conclude il dott. De Filippis – diamo volentieri atto ad altri Enti di volersi impegnare in un’azione di promozione e valorizzazione di una importante testimonianza della storia del nostro territorio, e siamo anzi certi che il loro contributo – pur nei limiti di cui si diceva sopra – risulterà per molti aspetti prezioso; ma occorre, a nostro avviso, tenere nel debito conto la distinzione dei ruoli tra gli Enti che operano nel medesimo ambito territoriale ed evitare inutili moltiplicazioni e sovrapposizioni di competenze che rischiano seriamente di produrre confusione e di compromettere il raggiungimento degli obiettivi a cui tutti con uguale convinzione tendiamo”.

 

Fondi (LT), 21 maggio 2024

Ufficio Comunicazione

Ente Parco

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