Ogni anno, a Itri, si ripete la tradizionale Festa di San Giuseppe.
Il paese viene acceso, in tutti i sensi, dai falò appiccati per le vie e le piazze, a partire dalle ore 20.
Questa festa è l'occasione per vivere un'esperienza multisensoriale dinamica e interattiva.
Multisensoriale perché il contrasto buio (della sera)/luce (dei fuochi) si accompagnerà al sapore dei piatti tradizionali, alla musica folklorica dei gruppi. Una mistione di caldo freddo, ombra e luce, dolce e salato, rumori e musiche.
Dinamica perché bisogna seguire la progressione delle fiamme: come da tradizione, mano mano che le fiamme vanno spegnendosi, ci si accosta ad esse per mangiare le prelibatezze offerte.
Interattiva perché si praticano degli incontri: tra chi offre il cibo e chi lo gusta, tra quelli che al fuoco si avvicinano, tra la gente che si incrocia camminando, tra chi imbraccia gli strumenti e chi ascolta.
Un'esperienza multipla e totale, quindi, che affonda le radici nella storia più o meno antica, quella profana inconsapevolmente rievocata dei riti pagani del fuoco e quella sacra di San Giuseppe (eletto patrono della Chiesa Universale da Pio IX nel 1870, e anche patrono dei papà). La città si trasforma per celebrare se stessa, la propria fede, il proprio territorio, i propri prodotti: la propria identità, insomma.
Ed ecco che spuntano l'olio extravergine itrano DOP e la zeppola di San Giuseppe, l'aglio, le olive e le bruschette, e pomodori, salsicce, formaggi e marzoline.