L'area Pianificazione ha avviato nel 2014, con specifico atto (DD. n. G12785 del 10/09/2014), il Programma "Territorio e Biodiversità", che si articola in singoli interventi di miglioramento ambientale da realizzarsi nelle aree protette e/o nei siti Natura 2000 nell'ambito di network di sistema a scala regionale, inserito in un programma triennale (2014-2016). Il tema generale è stato focalizzato anche grazie alle priorità indicate dagli organi di gestione delle aree protette e riguarda il miglioramento di elementi del paesaggio agrario che costituisce una componente fondamentale del patrimonio naturale e culturale della nostra regione. Infatti, a partire dagli anni'50 il paesaggio agrario del nostro paese ha subito profonde trasformazioni: le aree montane sono andate incontro a un progressivo processo di abbandono dovuto all'esodo della popolazione rurale verso le città, mentre le aree collinari e planiziarie, più idonee a ospitare modelli colturali e mezzi tecnici propri dell'agricoltura industriale, sono divenute oggetto di coltivazioni altamente specializzate e di allevamento intensivo. Come conseguenza alcuni manufatti come muretti a secco e fontanili, o elementi naturali come siepi e alberature che caratterizzavano una conduzione agricola e pastorale tradizionale, hanno subito alterazione o distruzione, apportando una notevole semplificazione del paesaggio agrario e impoverendolo. Con questo progetto di sistema ci si propone di contribuire al ripristino di tali manufatti favorendo le attività agricole tradizionali, la conservazione della diversità biologica e lo sviluppo socio-culturale delle popolazioni locali. Pertanto, per il primo trienno, abbiamo previsto la messa in opera di interventi di miglioramento e recupero di aree umide artificiali e/o naturali che costituiscono l’ambiente di elezione per la biologia riproduttiva di un gruppo faunistico che sebbene sia determinante nelle dinamiche ecologiche di tali aree, viene comunemente incluso nella cosiddetta "fauna minore", gli anfibi. Il primo intervento finanziato nel 2014 è in corso di realizzazione presso la Riserva naturale regionale Monti Navegna e Cervia, nel comune di Rocca Sinibalda (Ri), ove è presente una popolazione di Ululone (Bombina pachypus), un piccolo anfibio che ha subìto negli ultimi decenni un forte declino su tutto il territorio nazionale, e nel Lazio appare molto localizzato, con popolazioni fortemente isolate tra loro e numericamente ridotte. In particolare si è trattato di ripristinare la funzionalità di un abbeveratoio che con la sua riserva d’acqua possa alimentare un sistema di pozze artificiali, siti riproduttivi dell'Ululone.
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