Con una solenne processione la venerata immagine della Beata Vergine di Quintiliolo viene traslata dall'omonimo Santuario fino alla Cattedrale di S. Lorenzo, dove rimane esposta alla devozione dei fedeli fino alla prima domenica di agosto. Nell'occasione viene realizzata una suggestiva infiorata in Via Domenico Giuliani.
L'evento tiburtino più sentito dalla popolazione tutta è la venuta della Madonna di Quintiliolo a Tivoli nella prima domenica di Maggio.
Fino al XVI sec. la Vergine lasciava il santuario di Quintiliolo solo in rari casi e per situazioni eccezionali; in tali circostanze l'icona sostava nella chiesa della Madonna del Ponte, posta davanti ai templi dell'Acropoli tiburtina ed ai margini dell'orrido scavato dall'Aniene. Successivamente, per la precisione nel secolo del Barocco, iniziò l'abitudine di portarLa nella cattedrale di S.Lorenzo il 1° maggio di ogni anno e di ricondurLa al santuario la prima domenica di agosto. La chiesa della Madonna del Ponte fu sostituita (per accogliere la Vergine) dalla cattedrale essendo quest'ultima stata ricostruita nel 1640 per volontà del card. Giulio Roma ed essendoLe stata dedicata nel 1669. La data del 1° maggio fu mantenuta fino al 1823 poi fu spostata alla prima domenica di questo mese. In passato un papa persino assistette alla processione di maggio: era il 1834 quando Gregorio XVI in casa Regnoni la vide sfilare. Sotto questo pontefice furono realizzati i cunicoli Gregoriani traforando il Monte Catillo per deviare l'Aniene scongiurando le disastrose alluvioni del fiume avvenute in passato.
All'interno di questi cunicoli da poco inaugurati transitò nel maggio del 1835 la processione che accompagnava a Tivoli la Madonna di Quintiliolo. Il perché la Vergine resta esposta all'adorazione dei fedeli dalla prima domenica di maggio alla prima di agosto si deve ricercare come sempre nel passato: essendo costantemente invocata dagli agricoltori affinché proteggesse i loro raccolti, la Madonna di Quintiliolo da costoro era venerata come Madonna dell'Abbondanza.
Proprio per pregarla meglio avendola più vicina dentro Tivoli "a portata di mano", i contadini ottennero nel lontano 1679 di far in modo che la sacra icona "soggiornasse" nella cattedrale tiburtina proprio nei mesi estivi decisivi per un buon raccolto da cui dipendeva tutto il loro reddito. Attualmente la sacra icona lascia il santuario la mattina presto su una macchina processionale "leggera" in cedro del Libano, trasportata dai boatteri o buttari (conducenti dei buoi) ed accompagnata dai frati cappuccini e dai fedeli. La confraternita dei buttari riconosce come patrono S.Isidoro, l'agricoltore che, arando il suo podere, avrebbe trovato la tavola raffigurante la Vergine di Quintiliolo, forse interrata per essere sottratta ai barbari iconoclasti (distruttori delle immagini sacre). Arriva poi all'Arco trionfale, situato non lontano dall'ingresso della Villa Gregoriana, accolta dal tradizionale sparo di maggio sul Monte Catillo annunciante alla popolazione il Suo arrivo. Qui ad attenderla è anche il Parroco della Cattedrale che deve prenderLa in consegna dai Frati Cappuccini.
L'arco, in origine costruito in cemento nel 1921 e poi rivestito con la pietra locale, il travertino, nel 1955 per il secondo centenario dell'incoronazione (8 giugno 1755), accoglie l'icona che viene traslata su un'altra macchina processionale del Settecento. Quest'ultima, restaurata negli ultimi anni è chiaramente molto più imponente e quindi più pesante. Con essa la Madonna fa il suo ingresso trionfale nella città di Tivoli.
Molto bello è il manto, progettato dai fratelli Marinucci, ricamato in oro fino dall'artigianato sacro di Roma, realizzato nel 1976 dalla tiburtina Margherita Fantini Benedetti e finanziato da alcuni devoti tiburtini.
Questo manto ha sostituito quello più antico del 1887 chiaramente deteriorato e conservato attualmente nel Duomo. La parte frontale della macchina processionale è costituita da un baldacchino con ai lati due colonne terminanti con fiaccole mentre nella parte superiore due angeli librati in volo reggono una bellissima corona, sovrastata dal globo crucigero. In basso sono raffigurati due angeli che sembrano invitare ad adorare la Vergine che è collocata in una raggiera, contornata da nuvole argentee tra cui spuntano visini angelici. Viene quindi celebrata una solenne messa a cui partecipano tutte le autorità ecclesiastiche e laiche nonché i fedeli; per sopperire all'enorme affluenza ultimamente il rito viene svolto nel vicino Piazzale Massimo dopo di che si forma il corteo processionale che, passando per via Domenico Giuliani sull'infiorata organizzata dalla contrada Via Maggiore, sosta davanti all'ospedale per confortare i malati, attraversa la città giungendo alla Cattedrale tra applausi e commozione unanime. Il ritorno della Madonna al Suo santuario avviene tradizionalmente sempre la mattina presto della prima domenica di agosto, in forma meno solenne ma non per questo meno emozionante: secondo la tradizione i buttari, che trasportano la macchina processionale, camminano in fretta poiché la Vergine vuole tornare "a casa Sua" quanto prima.
L'INFIORATA
Nel 1993 la contrada di Via Maggiore decise di rendere omaggio alla Madonna di Quintiliolo, in occasione della sua venuta a Tivoli la prima domenica di maggio, allestendo un variopinto tappeto floreale sul quale la macchina processionale, recante la Sacra Icona, sarebbe passata. Da allora ogni anno il comitato artefice dell'iniziativa, costituito dagli abitanti della suddetta contrada, ripete il suo devoto modo di onorare la Madonna realizzando, grazie all'impegno di giovani contradaioli, nella notte precedente la prima domenica di maggio circa venti immagini raffiguranti per lo più la Vergine o soggetti sacri ma anche splendidi coreografie geometriche e caratteristici angoli di Tivoli.
Il lavoro di preparazione non si limita però a questa sola notte ma implica un lungo impegno che va dall'ideazione dei vari riquadri, al loro bozzetto, al disegno su cartone in dimensioni reali, al reperimento dei petali, della mortella e di altro materiale (segatura ecc.) che colorato può servire a rendere fattibile il progettato bozzetto. L'Infiorata si snoda tra storici Palazzi.
Sulla destra si eleva il Palazzo cinquecentesco Bandini Piccolomini (passato poi ai Castrucci e quindi ai Benedetti), residenza dello arcivescovo di Siena, Francesco, amico dell'illustre Card. Ippolito II d'Este suo protettore. Il portale di questa dimora lascia chiaramente intendere per la sua tipicità che è frutto dell'architetto Sebastiano Serlio (1475-1554): è circondato infatti da semicolonne doriche bugnate.
Dello stesso periodo, ma ubicato a sinistra, è il Palazzo Croce, iniziato dal Vescovo Marcantonio e terminato da Mons. Andrea; la dimora cinquecentesca realizzata dalle maestranze impegnate a lavorare a Villa d'Este (Vignola, Ligorio, Vasari) dette ospitalità a pontefici come Paolo IV e Gregorio XIII. Nel corso del tempo divenne di proprietà dei Mancini, di Torlonia, dei Sacchetti; infine fu divisa in due parti appartenenti una ai Pacifici e l'altra ai Giannozzi (quest'ultimi acquistarono la porzione dei Torlonia che avevano a suo tempo portato modificazioni alla facciata). La processione di maggio in passato non sfilava lungo via Domenico Giuliani ma risalendo per via Ponte Gregoriano raggiungeva Piazza Palatina e si snodava per le altre vie; nel 1989, a causa di lavori in corso a Via Palatina, il percorso fu modificato passando per la contrada di Via Maggiore che accolse entusiasticamente il passaggio della Vergine. Da allora la modifica divenne permanente e le varie edizioni dell'Infiorata hanno visto sempre più perfezionarsi i giovani contradaioli che, anno dopo anno, danno vita a tappeti floreali di grande bellezza artistica. L'Infiorata è visitabile fino alle ore venti della prima domenica di maggio dopo di che viene rimossa.