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22 Novembre 2023

PROGETTO LIFE - FAGESOS NEL PARCO DEI MONTI AUSONI E LAGO DI FONDI.

Al via il secondo anno di attività con la moltiplicazione delle sughere di San Vito

     Dal settembre 2022 il Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi ha avviato, nel territorio del Comune di Monte San Biagio, il Progetto LIFE FAGESOS, avente a oggetto la Sughereta di San Vito e di Valle Marina, che con i suoi circa 300 ettari è la più importante ed estesa sughereta dell’Italia peninsulare. Si tratta di un progetto pilota internazionale di ricerca applicata finalizzato a mitigare e contrastare il “deperimento delle fagacee” causato principalmente dalla Phytophthora cinnamomi, un agente patogeno il cui effetto dannoso è amplificato dal cambiamento climatico.

     Il Progetto è stato ammesso al finanziamento della Commissione europea nel quadro di un più ampio programma di lavoro e ricerca scientifica che si svolge sotto la supervisione dell’European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency (CINEA) e vede coinvolti, oltre all’Ente Parco, anche altri partner nazionali e internazionali. Tecnicamente e temporalmente esso si pone in continuità con un progetto triennale regionale per la conservazione del patrimonio della Sughereta realizzato dall’Ente Parco in collaborazione con l’Università della Tuscia a partire dal luglio 2020.

     I primi risultati ottenuti hanno consentito di individuare con precisione le aree interessate dal deperimento, delimitare i focolai di infezione e definire strategie integrate per la prevenzione e mitigazione del danno.

     Il 24 e 27 novembre prossimi, nel quadro delle attività previste dal Progetto, il personale tecnico dell’Ente Parco, con l’aiuto di alcuni volontari del Servizio Civile, effettuerà la seconda raccolta annuale di ghiande all’interno delle zone colpite dal deperimento delle querce presso la frazione di San Vito, finalizzata alla ricerca di piante madri con caratteri di resistenza alla Phytophthora cinnamomi. Dopo un anno dalla semina, una parte delle piantine ottenute saranno testate per la resistenza nei laboratori del “Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali” dell’Università della Tuscia di Viterbo, partner scientifico del Progetto.

     Nella stessa data del 24, presso San Vito, saranno illustrate ad alcune classi dell’Istituto Agrario di Itri la problematica del “deperimento” e le azioni di contrasto e prevenzione previste dal Progetto FAGESOS. Questa attività divulgativa si affianca al progetto regionale “Banchi e Bancali-Ossigeno”, che vede impegnato il Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, in collaborazione con la Direzione Regionale Ambiente, insieme agli Istituti Agrari del Lazio, nella moltiplicazione e cura delle specie forestali autoctone del Lazio.

     “Gli interventi in atto – ha dichiarato il Direttore dell’Ente Parco, dott. Lucio De Filippis – mirano a preservare un patrimonio naturalistico che non solo è di notevole interesse botanico, ma riveste un inestimabile valore ecologico, ove solo si consideri l’importanza della funzione di cattura dell’anidride carbonica e di mitigazione del clima che la Sughereta svolge a beneficio dell’intero comprensorio.

     Occorreva debellare sul nascere il rischio di una seria compromissione dell’ecosistema e delle sue biodiversità. Abbiamo così avviato tempestivamente, grazie al partenariato con l’Università della Tuscia e ora grazie anche alla collaborazione di altre istituzioni scientifiche internazionali, una serie di studi, rilevamenti e opportune azioni di contrasto. Le prime risultanze ci consentono oggi di guardare con un ragionevole ottimismo alla prospettiva di un contenimento e, auspicabilmente, di una eradicazione del fenomeno contro cui stiamo lottando.

     Dall’esperienza del progetto emerge anche un dato non secondario che, credo, merita di essere segnalato. Mi riferisco al fruttuoso rapporto di sinergia che si è venuto instaurando tra gli esperti dei centri di ricerca e il nostro personale tecnico, la cui azione di monitoraggio e di sostegno indirizza e agevola le operazioni in corso: da un lato, dunque, il patrimonio di conoscenze e di osservazioni di chi ha un contatto prolungato e diretto con il territorio; dall’altro la competenza di chi è in grado di risalire alle cause dell’insorgere di determinate alterazioni e di studiare le misure più idonee a contrastarle.     

     Si tratta di un rapporto di collaborazione con Enti scientifici e di tecnologia applicata che l’Ente Parco sta sperimentando, con riscontri ugualmente positivi, anche in altri siti delle sue aree protette. Questa collaborazione, nella difficile e complessa fase di cambiamento climatico che stiamo attraversando, appare oggi più che mai necessaria: solo attraverso di essa – ne sono convinto – riusciremo a fronteggiare in modo efficace le sfide ecologiche presenti e future”.

 

Fondi, 22 novembre 2023

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