Un intervento di rimozione dei rifiuti abbandonati
volto a prevenire il rischio di compromissione dell'equilibrio di un fragile ecosistema
e di alterazione della qualità delle acque sotterranee
Sabato 7 settembre, nell’ambito del ciclo di eventi “Estate ViviParco del Lazio” patrocinati e sostenuti dall’Ente Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, è stata effettuata con successo la bonifica dell’inghiottitoio denominato Chiavica Zi Checca II in località Camposoriano nel comune di Terracina (LT).
L’iniziativa si è svolta in adesione al progetto “Puliamo il buio”, da anni avviato dalla Società Speleologica Italiana e finalizzato a preservare i fragili ecosistemi degli ambienti ipogei, a segnalare le situazioni di rischio, a realizzare azioni di bonifica e a promuovere esplorazioni speleologiche più responsabili.
Hanno collaborato alle operazioni di bonifica il gruppo Shakazulu della Società Speleologica Italiana, il Gruppo Speleologico Ipogei di Colleferro, l’Associazione Svalvolati into the wild e il Comitato cittadino di Camposoriano, nonché, con specifico riguardo allo smaltimento dei rifiuti, il Comune di Terracina.
Gli ambienti ipogei (grotte, inghiottitoi e chiaviche) sono, com’è noto, una peculiarità delle aree carsiche e costituiscono una spettacolare testimonianza dei lunghi processi di erosione provocati dall’acqua che si è poi venuta depositando in abbondanza nel sottosuolo. Le ingenti risorse idriche di questi ambienti sotterranei, che danno vita agli acquiferi carsici, sono fondamentali per l’approvvigionamento di acqua potabile e per l’irrigazione agricola. Si tratta di un patrimonio prezioso, che va adeguatamente monitorato e preservato dalle minacce sempre incombenti di inquinamento o di sfruttamento eccessivo.
Il delicato equilibrio ecosistemico di questi ambienti rischia oggi di essere seriamente compromesso dalla contaminazione con materiale proveniente dall’esterno, dall’inquinamento e dalla alterazione della qualità delle acque causata dagli scarichi civili e dalle attività industriali e agricole. Su questi rischi vigila attentamente, attraverso il suo personale, l’Ente Parco, al quale sono demandate dalla Regione Lazio la cura, la gestione, la tutela e la valorizzazione della geodiversità e del patrimonio speleologico.
“L’utilizzo come discariche abusive di ipogei naturali e artificiali – ha dichiarato il direttore dell’Ente Parco, il geologo Lucio De Filippis – è un fenomeno purtroppo molto diffuso. I danni provocati all’ambiente carsico e alle risorse idriche profonde sono incalcolabili. Gli ambienti carsici ipogei, infatti, sono ambienti particolarmente ricchi di biodiversità, ma anche molto sensibili, nei quali anche variazioni minime possono avere effetti a volte addirittura irreversibili sulle specie vegetali e animali e sulle acque in essi presenti.
L’Ente Parco è ovviamente in prima linea nel contrastare il fenomeno dell’abbandono incontrollato dei rifiuti: un fenomeno tanto più grave quando avviene all’interno delle aree naturali protette e in ambienti di particolare vulnerabilità. Per questo desidero ringraziare sentitamente tutte le associazioni e gli enti che hanno collaborato alla bonifica della Chiavica Zi Checca II.
L’obiettivo primario di lunga prospettiva che tutti dobbiamo perseguire resta quello di favorire, anche con i nostri comportamenti, lo sviluppo di un’economia circolare che realizzi di fatto, attraverso il riciclo, una sempre più consistente riduzione dei rifiuti. Nel frattempo, tuttavia, non possiamo restare inerti. Appunto al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema la cui soluzione richiede uno sforzo convinto e concorde, l’Ente Parco parteciperà attivamente all’iniziativa “Puliamo l’Appia Antica”, promossa nel quadro del programma internazionale “Puliamo il Mondo”, in calendario il prossimo 22 settembre: un evento che si terrà in occasione dell’Appia Day 2024 e che vedrà svolgersi nelle città e nei siti archeologici che la via attraversa con numerose manifestazioni volte a ripulirla dai rifiuti abbandonati e a ridarle il decoro che, ora più che mai, il suo nuovo rango di patrimonio mondiale dell’Unesco esige ”.
Fondi (LT), 09 settembre 2024
Ufficio Comunicazione
Ente Parco