Un arbusto tipico nel territorio del Parco dei Castelli Romani è il Biancospino comune (Crataegus monogyna). Si tratta di un albero caducifoglio della famiglia delle Rosaceae, piuttosto longevo, che può raggiungere fino a 5-6 metri di altezza, alcuni notevoli esemplari si trovano ai Pratoni del Vivaro e al Parco Colonna di Marino. Il Biancospino diffuso in tutta Italia, si spinge sulle colline fino ad un?altitudine di 1000 metri. Troviamo questo arbusto soprattutto nelle radure dei boschi di latifoglie, generalmente tollera molto più l?ombra e predilige terreni argillosi e incolti, viene coltivato nei parchi e nei giardini come pianta ornamentale.
Il fusto ha la corteccia liscia grigio-ocra, i rami presentano numerose spine, derivanti dalla trasformazione apicale dei rametti. Le foglie sono semplici, alterne, picciolate, di forma quasi romboidale e pennato-lobate. Fiorisce in Primavera, i fiori sono bianchi dall’odore piuttosto intenso sono raccolti in infiorescenze ad ombrello. Nella stagione autunnale, li troviamo adornati di frutti ovali o rotondi di colore rosso, contenenti all’interno un solo seme, molto apprezzati da svariate specie di uccelli.
Noto fin dai tempi antichi, Teofrasto le diede il nome “Crataegus”, dal greco “Kratos” che significa forza, robustezza. I greci ricorrevano ai suoi ben auguranti rami fioriti per le processioni nuziali, nella mitologia romana era la pianta consacrata alla dea Flora (dea della primavera) e alla dea Maia (dea del mese di maggio). Secondo la leggenda si narra che durante il mese dedicato alla dea Maia che imponeva la castità, non si potevano celebrare matrimoni, se proprio necessario si dovevano accendere in suo onore cinque torce fatte di legno di biancospino per placare l’ira della dea. Le antiche popolazioni celtiche gli dedicarono un intero mese (da metà maggio a metà giugno) e lo consideravano l’albero delle fate, un rimedio magico contro la negatività.
Il Biancospino ha notevoli proprietà medicinali, i fiori, i semi e la corteccia contengono principi utili nelle affezioni cardiache e nervose, aiuta inoltre a ridurre gli effetti del colesterolo, la frequenza e la gravità degli attacchi di angina pectoris, prevenendo e aiutando anche pazienti con patologie da influenza o polmonite, usato anche nella cura di cefalee, vertigini e acufeni, in cucina viene impiegato per la preparazione di marmellate.
Tratto dalle pubblicazioni:
“Alberi e Arbusti del Parco Regionale dei Castelli Romani” a cura di Paolo Bassani e Laura Lotti, 1992
“La Flora dei Castelli Romani” a cura di Latium Volcano, 2006