
Restano le sue azioni e i suoi scritti, anche e soprattutto a favore dell'ambiente
Se ne va un grande uomo, lascia la sua esistenza terrena nel silenzio assordante di una Roma ancora addormentata per le "fatiche" dei festeggiamenti pasquali. Un uomo vicino agli ultimi, ai diseredati, ai derelitti, alle vittime della violenza, qualsiasi, e delle guerre, tutte. Un uomo che ha sempre, sin dall'inizio del suo mandato pontificale, sollevato le coscienze verso una maggiore consapevolezza sulla fragilità della casa comune, la Terra, e sulla responsabilità della sua custodia, per le generazioni presenti e future.
Il suo primo atto, chiarissimo ed emblematico, è stato quello della scelta del nome di "Francesco", il Santo di Assisi, che invitò ad amare la Natura come espressione della bontà e potenza divine, in un periodo storico in cui certamente non si assistette a minacce di tipo ambientale. Nell'enciclica "Laudato Si'" del 24 Maggio 2015, la seconda di quattro, riprende le parole d'incipit del Cantico delle creature francescano e affronta, in più di duecento pagine, il tema della protezione ambientale a tutto campo, arrivando persino a criticare coloro che deridono, pur professandosi cristiani, chi è impegnato nella salvaguardia della Natura. Un testo che certamente costituisce un atto politico, nella nobile accezione del termine, e che invita tutti, trasversalmente, al rispetto della Terra, nostra casa comune, e delle risorse ambientali. Uno scritto che inoltre ammonisce chi, in nome del proprio profitto, la danneggia ed avvelena, togliendo risorse soprattutto ai più poveri. Un testo, la Laudato si', di eccezionale attualità, che tutti dovremmo leggere e tenere sempre a mente.
"Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea".