Il complesso conventuale di San Domenico sorge ai confini del castrum romano di cui ingloba le mura. Se ne ha menzione già nel 935 quando la città di Fondi da Ducato divenne Contea. Il Convento con l’annessa chiesa fu donato al Patriarca San Domenico dai Benedettini dell’antica Abbazia di San Magno (6° secolo D.C.) per volere del Conte Ruggiero dell’Aquila che si occupò del primo restauro (XII secolo). Un secondo restauro, risalente al 1466 fu operato dal Conte Onorato Caetani II, a lui si deve anche il restauro dell’annesso chiostro quadrato, con ampio portico a bassi pilastri ottagonali e ad archi ogivali formato da 23 colonne (20 ottagonali e 3 rotonde) che sostengono gli archi della terrazza e che circondano un giardino. Il Convento viene citato spesso nella bibliografia locale in riferimento ai soggiorni che qui ebbe frequentemente San Tommaso d’Aquino in seguito ai numerosi pellegrinaggi nella città di Fondi per far visita alla sorella, moglie del Conte Ruggiero dell’Aquila.
La Chiesa trasformata successivamente in sala capitolare mostra un interessante portale e due finestre, delle quali una con traforo gotico e l’altra a lancia.
Nella cappella attigua alla sala capitolare, vennero conservate per breve tempo (1274) le sue spoglie portatevi da Fossanova, prima che il papa Urbano V ne ordinasse il trasporto a Tolosa (Francia), come ricordano due lapidi.
L’analisi degli elementi architettonici, scultorei e pittorici permette di poter evidenziare almeno cinque periodi di datazione della stessa:
-1° periodo: databile tra il VII e il X sec. D.C. in riferimento ai bassorilievi presenti nel lavabo riutilizzato nella Chiesa di S. Domenico e nella parte di altare proveniente da questo monumento e conservata nel museo civico. Oltre a ciò vi sono anche tracce di affreschi riconducibili alla stessa epoca;
– 2° periodo: databile tra l’XI e il XIV sec. D.C. in riferimento sia ad alcuni elementi architettonici che a diverse tracce di affreschi;
– 3° periodo: databile al XV sec. D.C. in riferimento ad alcuni elementi architettonici quali le volte a vela “impiantate” su preesistenti strutture e al portale e alle finestre in stile gotico – catalano, realizzati con la ristrutturazione voluta da Onorato II Caetani;
– 4° periodo: databile al XIX sec. D.C. in riferimento alle pareti di chiusura degli archi e agli stucchi della Cappella di S. Tommaso;
– 5° periodo: databile ai primi anni del XX sec. D.C. in riferimento all’altare di marmo ed al pavimento della Cappella di S. Tommaso.
Altre figure hanno lasciato il segno nella memoria del convento: Benedetto XIII vi trascorse una notte, durante un suo viaggio verso Benevento nel 1727, ed ancora nel 1729, quando figura che vi ripassò in occasione del III concilio provinciale, che si tenne sempre nella provincia campana. Nel 1807 Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, espulse i domenicani dal convento, che fu caserma militare dal 1819 al 1826.
Nel 1826, i frati Spedalieri di S. Giovanni di Dio acquistarono e restaurarono il convento a loro spese, con la somma di 500 ducati e dal 1830 vi trasferirono la loro casa religiosa e l’ospedale che gestivano a Fondi con il nome di Santa Maria della Sanità: l’istituzione rappresentava il secondo nosocomio creato, dopo quello di Napoli, nel regno del meridione d’Italia dai Fatebenefratelli.
Per effetto delle leggi sull’incameramento dei beni ecclesiastici del 1850, del 1853, del 1866,e del 1867 il convento e la gestione dell’ospedale San Giovanni di Dio passarono al Comune di Fondi.
A seguito della creazione del nuovo complesso ospedaliero in Via S. Magno, per il quale è stata conservata la denominazione di “S. Giovanni di Dio”, l’ex convento è stato lasciato il 7 luglio del 1997, dopo 167 anni di ininterrotta attività ospedaliera.
Descrizione dei luoghi
Attualmente il complesso conventuale è stato parzialmente restaurato ed adibito a “Polo ambientale – culturale: Centro di documentazione sul Neorealismo, laboratorio dell’audiovisivo, antiquarium, archivio storico, Chiesa S. Tommaso D’aquino”.
Dispone di:
Auditorium polivalente particolarmente attrezzato come sala cinematografica dotata di cabina di proiezione (78 posti a sedere) con annessi servizi e foyer;
2 ampi saloni, predisposti per mostre e convegni;
1 reception;
3 stanze uso ufficio.
Il chiostro è fruibile per eventi all’aperto.