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24 Settembre 2024

La vendemmia una tradizione che si rinnova nel periodo autunnale

una pratica tra rito e tradizione

“…ma per le vie del borgo
dal ribollir de' tini
va l'aspro odor de i vini
l'anime a rallegrar…”

Così recitano i versi di una famosa poesia di Giosuè Carducci “San Martino”, una delle più conosciute e rappresentative del periodo autunnale, periodo che ai Castelli Romani, ma anche nel resto del Paese, si indentifica con la vendemmia, il momento più atteso dell’anno in vigna, ricco di profumi, colori e sapori.

Un rito che affonda le sue radici in tempi antichi, nelle millenarie tradizioni contadine, un tempo in cui ci si riunisce per raccogliere i frutti di un anno di sacrifici e lavoro, ma anche di soddisfazioni, nella coltivazione della vigna, un momento di scambio ed aggregazione culturale e sociale. Una pratica che caratterizza la cultura agricola ed intensifica il sentimento di appartenenza al territorio, che in questa stagione celebra l’uva attraverso famose e partecipate sagre volte a promuovere e valorizzare il prodotto finale della sua lavorazione ovvero il vino.

La vendemmia è appunto il momento in cui si raccoglie l’uva nei vigneti per portarla nelle cantine ed iniziare il processo di vinificazione. Ogni vendemmia è diversa, a condizionarla concorrono tanti fattori, tra i quali le condizioni ambientali e l’andamento climatico. La vigna fa parte di un ecosistema naturale, tra le viti ci sono tanti insetti e piccoli animali che dimorano, microrganismi che sono la vita del vigneto, altri che rappresentano una minaccia. Prendersi cura delle viti vuol dire garantire la bontà del vino, oltre che prendersi cura del territorio. Il progresso tecnologico ha sicuramente modificato la modalità di lavorazione, non ha però cambiato il valore storico della vendemmia, tramandato di generazione in generazione, fino ad arrivare ai giorni nostri.

L’Italia vanta una vasta varietà di vini pregiati vini a denominazione di origine controllata (Doc), vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e vini a indicazione geografica tipica (Igt), a testimonianza del ricco patrimonio di biodiversità che possiede, con la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità.

L’area dei Castelli Romani è sempre stata rinomata per i vini, molte aziende vitivinicole operano nel territorio o in prossimità dell’area protetta. Attraverso il progetto “Oenomed” incentrato sulla "Qualificazione e Promozione delle filiere vitivinicole delle Aree Protette del Mediterraneo” concluso nel 2023, di cui il Parco dei Castelli Romani è stato partner, è nato il marchio di distribuzione “Reservin”, che riunisce produttori provenienti da diversi Paesi, con un unico obiettivo comune, la sostenibilità dei vini attraverso pratiche rispettose dell'ambiente, con un'attenta tracciabilità delle uve.  Molte sono le aziende del territorio che ne fanno parte, sul sito www.reservin.wine si possono conoscere le loro storie e i vini che producono. Le aziende vitivinicole “Reservin”, sono segnalate anche sulla carta escursionistica del Cammino della Transumanza Laziale, un itinerario lungo oltre 300 Km tutto all'interno della Regione Lazio, percorribile a piedi e in bicicletta, che ripercorre la fitta rete di tratturi che consentiva gli spostamenti dei pastori e delle loro greggi all’interno del territorio regionale.

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