I resti dell'antica città etrusca di Veio si trovano in prossimità del Borgo di Isola Farnese (Roma) su un altopiano delimitato dai Fossi del Piordo e della Valchetta (antico Crèmera).
Veio, la città più meridionale d'Etruria, tradizionale rivale di Roma, controllava un vasto territorio (Agro Veientano) che si estendeva dalla riva destra del Tevere sino oltre il lago di Bracciano. Il conflitto che si sviluppò tra Veio e la Roma nascente, legato al controllo degli approdi commerciali lungo il Tevere e le saline, si concluse dopo un leggendario assedio con la sconfitta della città etrusca ad opera di Furio Camillo (396 a.C.). Nel 27 d.C. Augusto elevò la città al rango di Municipio, nel tentativo di arrestarne la decadenza, ma il declino fu inesorabile.
Di questa vasta area archeologica solo una parte è emersa con gli scavi archeologici.
Il monumento più prestigioso è il santuario extraurbano di Portonaccio, noto per il rinvenimento della celebre statua di Apollo. L'area urbana era cinta da possenti mura, lungo le quali si aprivano numerose porte, ed era attraversata da una strada principale che fu lastricata dai romani e che collegava i principali spazi urbani. Il pianoro su cui sorgeva il centro etrusco era circondato da vaste necropoli disposte lungo le principali strade di accesso alla città. Tra le più prestigiose: la Tomba dei Leoni Ruggenti, Tomba delle Anatre, la Tomba Campana.
Veio è infine nota per la presenza di un sistema di cunicoli sotterranei realizzati dagli abili ingegneri etruschi, tra questi di particolare suggestione è Ponte Sodo lungo il fosso del Crèmera.
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