fauna del Parco
Anche quest’anno il monitoraggio ha dato i suoi risultati, ed eccolo qua il nostro Moscardino tra i boschi del Parco dei Castelli Romani.
Questo buffo e simpatico animaletto, non si avventura spesso sul terreno, per questo rappresenta un ottimo indicatore ecologico per quanto riguarda la perdita o la frammentazione dell'habitat boschivo. Specie protetta, dal 2015 la sua presenza è costantemente monitorata nelle aree protette del Lazio.
Come tutti i gliridi, il Moscardino è in grado di compiere grandi salti tra un albero e l’altro lanciandosi a zampe aperte verso l’appiglio più vicino, grazie a la coda prensile e i robusti cuscinetti palmari sulle zampe.
In autunno si prepara per il letargo, prestando particolare attenzione alla preparazione del suo nido e all’alimentazione. L’assenza dell’intestino cieco, particolarità dei gliridi, condiziona le sue scelte in fatto di alimentazione, in quanto non è in grado di digerire alti contenuti di cellulosa. La sua dieta si basa principalmente su fiori, semi e frutti che reperisce nel bosco e sottobosco, ghiotto in particolare di nocciole, da qui l’appellativo di ‘nocciolino’. In mancanza di frutti può nutrirsi di invertebrati, afidi, larve di lepidotteri e uova di uccelli.
Tra i principali predatori del moscardino troviamo la martora, i rapaci notturni, la volpe, i gatti e le donnole. Come il ghiro, per sfuggire alla predazione, ha sviluppato un particolare adattamento: l’amputazione della coda che presenta infatti un punto di pre-frattura, quindi se un predatore riesce a prendere la sua punta e ne lacera la pelle, questa si stacca e gli permette di salvarsi senza, a distanza di alcune settimane, lasciare segni, si noterà solo la coda leggermente più corta.
Il principale fattore di minaccia per la conservazione della specie, è una cattiva gestione forestale, insieme all’eliminazione del reticolo di siepi e filari con funzione di connessione con le popolazioni presenti nei boschi.