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Il Cardo, una pianta pungente ma preziosa

pianta spontanea presentenel Parco

    Il Cardo mariano o Cardo latteo, nome scientifico Silybum marianum è una pianta molto diffusa in diversi Paesi del Mediterraneo. Appartenente al genere Carduus, famiglia delle Asteraceae, è una pianta erbacea annuale o perenne, mediamente alta, piuttosto spinosa e dai fiori simili al carciofo.

    Diffusa in tutta Italia, fa parte della flora spontanea del Parco dove cresce nei margini delle strade e nei campi incolti, anche se predilige i terreni pietrosi e secchi. Nel primo anno le foglie basali formano una rosetta, nel secondo si sviluppano i fiori che possono superare il metro di altezza.

    Il fusto in genere spinoso è eretto ramificato oppure semplice, a volte spoglio o con poche foglie nella parte terminale, la superficie può essere sia tomentosa che glabra. Le foglie possono essere lunghe fino a 40 cm e sono caratterizzate da striature bianche. Il loro margine è ondulato e vagamente dentato con lobi triangolari e una spina all’apice, quelle basali sono più piccole e meno dentate rispetto alle superiori. L’infiorescenza alla sommità dei rami è formata da capolini grandi o singoli con una base ovale formata da un’appendice prolungata e acuminata. Fiorisce tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, i fiori tutti uguali si trovano all’interno del capolino e sono di color magenta. I frutti sono acheni ovali di colore marrone scuro.

    Le radici del cardo hanno proprietà diuretiche ed a partire dal 1800 questa pianta iniziò ad essere usata anche per le sue qualità antiemorragiche e ipertensive. Particolarmente interessanti sono i frutti che contengono principi disintossicanti e protettivi per il fegato, mentre i capolini di Cardo mariano, vengono utilizzati per la preparazione di ricette della tradizione popolare, alle quali questo ortaggio rustico dona il caratteristico sapore amarognolo, ed è per questo utilizzato anche come ingrediente aromatico nella preparazione di aperitivi e liquori.

    Esistono svariate leggende legate a questa pianta conosciuta fin dall’antichità. Secondo la storia popolare, le macchie biancastre sulle foglie sarebbero rimaste dalle gocce di latte cadute dal seno di Maria durante la fuga in Egitto, da cui il nome “mariano”. Il fiore è anche associato al pastore siciliano Dafni, alla cui morte. la Terra, piena di dolore, fece nascere una pianta piena di spine, mentre nelle tradizioni nordiche, il cardo è associato a Thor, dio del tuono e della guerra.   

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