Costruita dai Padri Benedettini nel XI secolo, il vecchio mulino è situato in un punto dove l'Aniene forma un invaso naturale e per secoli utilizzato per la macinazione dei cereali dai paesi limitrofi a Jenne.
Dell'esistenza del Mulino fin da tempi remoti abbiamo conferma in un documento del 1816 che allude ad una controversia fra la Comunità di Jenne ed il Monastero di S. Scolastica e sull'esigenza dell'annua prestazione di grano per la mola.
I proventi del mulino di grano situato sul territorio di Jenne, sotto il pontificato di Bonifacio IX (1389-1401) si divisero un due parti o porzioni una delle quali venne assegnata all'abate del Monastero di S. Scolastica. La Comunità di Jenne era obbligata a dare all'abate Commendatario 13 rubia di grano. Se da un lato era oggetto di contese e proventi, dal punto di vista tecnico, il Mulino di Jenne richiedeva continue prestazioni di mano d'opera che la sua manutenzione richiedeva. Tra il 1760 ed il 1771 necessita del rifacimento delle due pietre macinanti, una serie di alluvioni e straripamenti del fiume Aniene causano la rottura della parata, il vecchio vacillante Mulino resisterà ancora per qualche anno a molire frumento per il popolo di Jenne.
"Si narra di una fanciulla a quel tempo dopo aver raccolto un mazzo di viole, lo lasciò inavvertitamente cadere tra le mancine. Figurarsi la reazione del molenaro e della madre della ragazza quando vide la bianca farina colorarsi di aloni sfumati in azzurro. Era un presagio di addio? Qualche anno dopo, il vecchio mulino cessò di molire. Sul paese ruotava ormai con fragore il nuovo mulino elettrico. Anche suoi Monti di Jenne sorgeva una nuova era."
Un tempo era facilmente raggiungibile soltanto da Jenne, era oggetto di contesa tra Abbazia e Comunità di Jenne.
Opere di ammodernamento delle strutture esterne realizzate di recente dal Comune, lo hanno recuperato facendone un'attrattiva per chi ama muoversi a piedi.