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8 Aprile 2025

Fase di pulizia delle cassette nido

monitoraggio del Moscardino 2025

Tra le varie fasi del monitoraggio regionale del Moscardino (Muscardinus avellanarius) che si susseguono nell’arco dell’anno, quella della pulizia delle cassette nido, effettuata dal personale del settore tecnico ambientale del Parco, riserva quasi sempre delle sorprese. Quest’anno come si può vedere dalla foto, in una delle tante cassette ispezionate sono stati trovati due esemplari raggomitolati insieme, mentre si stanno lentamente risvegliando dal letargo.

La pulizia delle cassette nido serve a verificare lo stato di quest’ultime ed eventualmente a ripristinare e sostituire quelle usurate dal passare del tempo, ma purtroppo anche danneggiate dalla mano dell’uomo.
Una fase fondamentale del monitoraggio, in vista della primavera, stagione in cui il Moscardino esce dal letargo dando l’avvio al periodo riproduttivo della specie, le cassette nido vengono controllate e quelle prive di animali vengono svuotate per agevolare eventuali nuove occupazioni. Si attua nella seconda metà di febbraio, periodo in cui alcuni esemplari hanno già lasciato il loro rifugio, altri si accingono a farlo e quelli più pigri sono ancora in ibernazione, raggomitolati nel loro nido sferico all’interno delle cassette, che realizzano impiegando il materiale vegetale a disposizione come foglie, muschio e fili d’erba, ma soprattutto fibre di legno ricavate dalle cortecce degli alberi.

Il monitoraggio secondo il protocollo di ricerca avviene con due metodologie diverse, attraverso le cassette nido e i tubi di rilevamento peli. Il Parco dei Castelli Romani utilizza la prima, un metodo diretto perché registra la presenza del piccolo mammifero in casette debitamente posizionate, e che si presta per essere inserito fra i programmi a lungo termine, particolarmente utile per valutare gli effetti dei cambiamenti climatici, della gestione selvicolturale e altri fattori che agiscono su scala temporale medio-lunga.

Queste cassette nido artificiali in legno sono realizzate dal “Laboratorio del legno e della montagna” dell’Ente. Sono dislocate in siti scelti nei boschi del Parco e vengono solitamente posizionate sui trochi degli alberi, a circa 2 metri di altezza da terra, il foro di entrata è rivolto verso il tronco dell’albero, in modo da proteggere gli inquilini ed evitare l’utilizzo da parte dei piccoli passeriformi (risultato non sempre raggiunto).

Si raccomanda a tutti i fruitori dell’area protetta che dovessero individuare le cassette nido, di non avvicinarsi troppo per non disturbare gli animali, di non toccarle o danneggiarle in alcun modo, in quanto rappresentano uno strumento importante per la raccolta di dati indispensabili al buon andamento dell’indagine in corso.

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