A due passi da Ninfa, i resti archeologici dell’antica Norba si inseriscono nella cornice di vedute mozzafiato che dai monti Lepini si estendono sulla piana pontina e sul mare. L’origine della città si fonde con il mito di Ercole e dei ciclopi legati alla grandiosa cinta muraria e ai suoi blocchi di forma poligonale, ma il principale periodo di attività, accertato dagli studiosi e dalle fonti storiche, si situa tra il IX e il I secolo a.C. Dopo essere stata nella Confederazione Albana delle città latine e colonia alleata di Roma durante le guerre puniche, Norba subì incendi e distruzioni con le lotte civili tra le fazioni di Mario e Silla negli anni 81-80 a.C., che la condussero rapidamente ad un declino inarrestabile.
Le sue mura difensive racchiudevano un’area di circa 38 ettari, comprendente abitazioni, impianti termali ed edifici di culto. Al suo interno si possono visitare le due importanti vie del cardo e del decumano che attraversano quattro porte, di cui la Porta Maggiore è quella meglio conservata e di maggior pregio.
L’assetto della città costituisce ancora oggi uno tra gli esempi più antichi e suggestivi di urbanistica a pianta regolare con assi ortogonali. Il terreno accidentato e gli imponenti terrazzamenti digradanti conferiscono al luogo unaspetto scenografico e affascinante. Il Parco archeologico sorge a poche centinaia di metri dal centro abitato di Norma, dove dal 1995 è allestito il Museo Archeologico Virtuale.
Di Stefano Sorrentino