Dato il grande seguito della rubrica #GrandTourdellaDomenica del Guardiaparco Pietro Parisi e dato il momento di impossibilità ad uscire e camminare nel Parco, vi proponiamo un viaggio a tappe sull'Appia antica sulle orme di Carlo Labruzzi e dei suoi splendidi disegni.
Ogni mercoledì, ci faremo guidare dalle immagini della "Regina viarum" e dei suoi monumenti nell'anno della Rivoluzione francese e ai tempi del "Grand Tour" quando il viaggio in Italia, in particolare sull'Appia antica, costituiva un'esperienza umana e culturale irrinunciabile per i rappresentanti dell'elite intellettuale nord-europea. I disegni del Labruzzi, con la loro suggestione, ci consentiranno di calarci in un paesaggio ormai perduto o di ritrovare ciò che grazie alle leggi di tutela è giunto fino a noi.
Il 31 ottobre del 1789, mentre a Parigi solo da pochi mesi si sono spenti i fuochi alla Bastiglia, a Roma due gentiluomini salgono in carrozza per iniziare un lungo e impegnativo viaggio verso il sud. Si tratta dello stimato pittore paesaggista romano Carlo Labruzzi e di Sir Richard Colt Hoare, colto viaggiatore inglese, studioso di storia e archeologia romana.
Il lord inglese ha ingaggiato Labruzzi perchè lo accompagni durante il percorso fino a Brindisi, per ripercorrere l'itinerario intrapreso nel 37 a.C. dal poeta Orazio, descritto nella sua V Satira. L'artista ha il compito di realizzare un dettagliato resoconto per immagini, descrivendo luoghi e monumenti della "Regina viarum", mentre Hoare riempie taccuini trascrivendo le iscrizioni. Per le avverse condizioni atmosferiche e problemi di salute dello stesso Labruzzi, il viaggio viene a malincuore interrotto a Benevento.
La grande messe di disegni, acquarellati a seppia, prodotta durante il viaggio, è attualmente divisa in varie collezioni, le più cospicue delle quali sono conservate alla Biblioteca Apostolica Vaticana e all'Accademia di S. Luca. Un insieme di 24 tavole, intitolato "Via Appia illustrata ab urbe Roma ad Capuam" fu pubblicato nel 1794 da Labruzzi, con dedica a Sir Coalt Hoare.
Rubrica a cura di Caterina Rossetti
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